Goldman Sachs ha ribato la propria view ribassista sulle comodity. Il trend rialzista che ha caratterizzato il mercato dei metalli dal mese di marzo potrà subire un inversione – affermano gli analisti della banca d’affari americana – a causa dell’apprezzamento del dollaro, al basso costo del petrolio e ai continui segnali di un indebolimento nell’economia cinese.
Secondo Goldman, in particolare, il rame perderà almeno il 16% nei prossimo dodici mesi, trainato dall’indebolimento nella crescita della domanda cinese e dal rallentamento nel settore delle costruzioni. Il rame risulta essere il metallo più esposto da un rafforzamento del dollaro e da un basso costo dell’energia e infatti il contratto con scadenza a tre mesi, scambiato sulla piazza di Londra, perde l’1,5% posizionandosi a $6.161,5 per tonnellata, registrando una contrazione dell’11% nell’ultimo anno. Inoltre, le pressioni ribassiste trovano un ulteriore conferma nell’aspettativa che il mercato del greggio rimarrà in sovrapproduzione nel 2016, nonostante un rialzo dal lato della domanda dovuto alla riduzione degli impianti di trivellazione americani. Infine si stima che, i produttori definiti a basso costo, come per esempio l’Arabia Saudita, Iraq e Russia, continueranno ad espandere il proprio livello produttivo.
Anche per lo zinco la view sui prezzi è negativa. Dopo aver registrato un aumento del 10% da inizio maggio, il metallo utilizzato principalmente nella produzione di componenti automobilistiche, ha cancellato il guadagno dell’anno. Lo zinco veniva considerato uno dei pochi metalli in deficit produttivo, ma anche se le scorte tracciate dal London Metal Exchange risultino essere vicine al minimo degli ultimi cinque anni, gli analisti segnalano che molto probabilmente è presente un livello molto più elevato sul mercato. A conferma di quanto detto, le scorte tracciate dall’LME hanno registrato una contrazione negli ultimi 29 giorni, ma secondo JP Morgan questa non risulta essere l’immagine completa. La banca americana prevede che siano presenti all’incirca 1 milione di tonnellate di zinco in strutture non monitorate da nessun istituto, un livello tale da rifornire l’America per un anno intero. Infine l’output di metallo cinese continua ad espandersi nonostante il rallentamento nel settore delle costruzioni che ha messo sotto pressione la domanda domestica.
Fonte: www.finanzaoperativa.com
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