Quella inquietante somiglianza con il mercato del 2001

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 08/05/2020 15:18

Vedremo se la borsa italiana esprimerà un ultimo sussulto fra oggi e lunedì, prima di soccombere alle prescrizioni di modello previsionale basato sulle opzioni che, ad evidenza, da diversi mesi si fa ben rispettare.

Piazza Affari ha passato l’intera settimana a ridosso del supporto giornaliero soltanto marginalmente penetrato lunedì scorso. Il momentum conferma la perdita di spinta propulsiva, ma l’attenzione di tutti è riposta sulla scadenza ciclica offerta dal modello basato sul mercato delle opzioni; che a marzo segnalò con settimane di anticipo un minimo atteso per il 13 di quel mese, e un massimo al termine della prima decade di maggio.
Vedremo se la borsa italiana esprimerà un ultimo sussulto fra oggi e lunedì, prima di soccombere alle prescrizioni di questo modello previsionale che, ad evidenza, da diversi mesi si fa ben rispettare. Nel frattempo facciamo i conti con la persistente sollecitazione delle resistenze di medio periodo. Proprio così: nonostante un recupero che ha dell’esaltante, la tendenza risulta positiva soltanto nel breve periodo. Tutti gli indici più noti mantengono una configurazione ancora dissuasiva su scala settimanale; tutti tranne uno: il Nasdaq.
L’indice tecnologico americano è affascinato dalle società tecnologiche che, da sole, trainano tutta Times Square. L’infatuazione è generalizzata, se si considera che le prime 5 società americane per capitalizzazione (Microsoft, Apple, Amazon, Google e Facebook) salgono del 10% da inizio anno, mentre le restanti 495 società dello S&P registrano nel frattempo una perdita del 13%, ridimensionata a -9% dall’impatto del citato plotoncino. Che però nel frattempo ha raggiunto multipli (28 volte gli utili) ben superiori allo S&P495.
Perlomeno la seduta di ieri si contraddistingue per la buona performance assoluta di Energy, finanziari e Materials: saliti negli Stati Uniti in misura superiore al 2%. Questo, nonostante il calo di un market di tonicità del ciclo economico come i rendimenti decennali; con lo yield del T-Note biennale sceso ad un nuovo minimo assoluto...
Un lettore ieri sollecitava un aggiornamento della comparazione fra l’anno corrente ed il 2000 di Wall Street. Più esattamente, però, gli ultimi quattro mesi abbondanti di mercato, riecheggiano l’esperienza del 2001, come mostra elegantemente il Rapporto Giornaliero di oggi. Per profondità di caduta, e veemenza del recupero successivo, gli ultimi mesi ricordano lo shock conseguente allo sboom della new economy di inizio secolo. All’epoca come oggi, lo S&P500 non sarebbe andato oltre la media mobile a 200 giorni, trovando a maggio un picco dal quale sarebbe declinato nei mesi successivi.

A cura di Gaetano Evangelista
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