L'andamento della seduta di ieri rispecchia, sotto quasi tutti i profili, le strategie delineate da alcune settimane: Wall Street ha raggiunto un nuovo massimo storico in termini di S&P500, promettendo di superare verso l'alto la prolungata congestione entro cui si è mossa quest'anno; mentre la borsa italiana fa sensibilmente meglio di quelle europee, che a loro volta sottoperformano l'andamento della borsa USA, alla luce di una ora plateale divergenza nell'andamento della congiuntura economica riflessa dai rispettivi CESI.
Procediamo per ordine. Un anno fa, di questi tempi, si raccomandò di vendere la borsa italiana, in termini assoluti; e comunque di sottopesarla nei portafogli Equity only. Fra i svariati elementi proposti, c'era il confronto fra le performance annuali degli indici MIB ed Eurostoxx: un saldo relativo all'epoca insostenibile, e che in effetti è passato in dodici mesi da +20 a -10 punti percentuali. Tipicamente, ciò negli ultimi quindici anni ha anticipato le ripartenze relative del nostro mercato; e così è stato: come si può rilevare, la differenza fra le variazioni annuali di MIB ed Eurostoxx si è ora vistosamente azzerata, e promette di passare in tempi brevi in territorio positivo.
Anche la borsa americana sta brillando, soprattutto in termini assoluti. Il nuovo massimo assoluto dello S&P di ieri non risulta imitato dal Dow Jones, ma riteniamo sia questione di tempo: il tempo di salire fino alla prossima scadenza ciclica del Delta System, che sulla carta dovrebbe intercettare un massimo. Piuttosto, sussistono da parte di alcuni perplessità circa la plateale debolezza del Dow Trasporti: una divergenza su cui ci siamo già soffermati in passato. Lo rifacciamo nel rapporto di oggi.
Tornando a Piazza Affari, obiettivamente il rimbalzo, tanto doveroso in quanto conseguente all'interessamento di supporti strategici; è andato oltre le previsioni. Si va dunque verso nuovi massimi annuali? Il rapporto di oggi illustra la resistenza oltre la quale tale ipotesi diventerebbe certezza.
Gaetano Evangelista
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