DAX
L’indice tedesco ha assorbito con maggiore convinzione – rispetto ad altri indici europei − una parte della pressione ribassista che ha caratterizzato la frazione centrale di settembre, guidata anche da qualche timore di avvicinamento al Direttivo della Fed, ora rimosso.
L’arretramento occorso non ha sin qui prodotto una revisione dell’indicazione rialzista del quadro settimanale del Dax, rialzista dal 27 luglio, da 10340, che prosegue protetta a 9690.
Le turbolenze di settembre hanno semmai prodotto una certa alternanza delle indicazioni direzionali di breve che l’analisi Candle Model ha raccolto, rilevando dapprima un ritorno di indicazione di debolezza giovedì 8 settembre, in tempestiva constatazione dell’incapacità dell’indice tedesco di oltrepassare il già massimo di area 10800 fatto registrare a Ferragosto. In seguito, è andato fallito un primo tentativo di rialzare la testa di giovedì 15 settembre, rientrato il giorno dopo, venerdì 16 settembre. Ma è dalla capacità di reimpostare una traiettoria di apprezzamento che nella seduta di martedì 20 settembre, sopravanzando 10450, il Dax è tornato in moderata indicazione rialzista, protetto a 10260.
FTSE MIB
Il Ftse Mib ha sin qui espresso una minore capacità di recupero rispetto all’arretramento visto nella parte centrale di settembre.Nel quadro grafico di breve (espresso a candele giornaliere) evidenzia una indicazione operativa di debolezza in corso da lunedì 12 settembre, in riavvio di contrattazioni settimanali, con la violazione in debolezza di 16990 che era incaricato di proteggere la view operativa rialzista giornaliera sul Ftse Mib.
Va detto che sin qui l’ottava corrente ha promosso una stabilizzazione dei corsi, posto che il parziale smantellamento dell’indicazione ribassista di breve vi sarebbe solo sopra 16690, e poi in maniera definitiva sopra 16970.
La dinamica delle chiusure giornaliere è seguita al momento anche per modulare l’intensità dell’indicazione direzionale settimanale sull’indice, che, inaugurata a 11678 il 23 luglio, era andata a parziale deterioramento (dunque con parziale presa di profitto) venerdì 9 settembre. Al momento, una chiusura tonica di seduta, sopra 16370/16400 riplasmerebbe in senso pieno l’indicazione rialzista del Ftse Mib, fermo restando che lo stop settimanale e revisione al ribasso rimane attestato a 15970.
EUROSTOXX 50
Nemmeno l’Eurostoxx 50 è passato indenne dalla fase di debolezza di settimana trascorsa. Le conseguenze sono state intanto di un avvicinamento della protezione del segnale rialzista mensile, riagguantato il giorno di Ferragosto, ed ora protetto in maniera più ravvicinata a 2892.
Ma la debolezza intercorsa ha anche portato ad un avvicendamento della segnaletica nel quadro settimanale dell’indice paneuropeo, che tra lunedì 12 e lunedì 19 si è pronunciato ribassista, salvo collocarsi attualmente nuovamente in proposta rialzista, con stop (e ripristino ribassista) a 2892. Non molti indizi direzionali sono forniti invece dal quadro di breve dell’Eurostoxx 50, riposto in interpretazione operativa FLAT da venerdì 16 settembre.
INDICI USA
La prudenza della Fed agevola uno spunto percentuale degli indici Usa, che si portano in test delle resistenze dinamiche, in recupero parziale dello scatto di debolezza prodotto all’indomani del direttivo Bce dell’8/9, che poi si è propagato a molti altri indici internazionali in riavvio di ottava seguente.
DOW JONES
Lo spunto rialzista post-Fed produce l’uscita dall’indicazione di debolezza di breve del Dow Jones, iniziata mercoledì 7 settembre a 18498, e lasciata alle spalle ieri sera scavalcando al rialzo 18255, ricucendosi addosso una ipotesi rialzista di breve, protetta da vicino, a 18090. Vero è che l’indice si trova già alle prese con un paio di livelli dinamici di periodo che proprio in area 18300 si presentano, da cui il test della quantità di energia a diposizione di questo primo refolo di recupero.
Per quanto attiene al quadro settimanale del Dow Jones, venerdì 9 settembre, con l’attraversamento in debolezza di 18245 il segnale rialzista settimanale, in servizio dall’8 luglio, è andato in epilogo: occorre ora riconquistare 18635 per riportare aspettativa rialzista settimanale sul Dow Jones.
INDICE S&P 500
Il rallentamento di passo dell’S&P 500 era affiorato già venerdì 19 agosto nell’osservazione Candle Model del quadro settimanale, quando era andata persa l’indicazione rialzista, sin tanto si restasse – come accaduto sin qui − sotto 2194.
La fase di stabilizzazione in questa prima parte di settimana ha ospitato cambi di orientamento dell’indicazione operativa di breve (desunta dalla dinamica dei Modelli che si sono succeduti nel quadro giornaliero dell’indice), divenuta ribassista venerdì 9 settembre, e poi ancora ristabilita tale lunedì 19 settembre, dopo che mercoledì 14 ha provato la sorte rialzista. Ma la capacità dell’indice espressa ieri sera di riportarsi sopra 2154 consegue il ripristino dell’indicazione rialzista di breve, con stop (e revisione ribassista) appena sotto 2135.
Anche l’S&P 500 in test di resistenza dinamica, in area 2160.
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