Quest’ultimo scorcio del 2018 verrà ricordato per aver disatteso la stagionalità che per il mese di dicembre ha per lo più significato apprezzamento o quantomeno tenuta per gli indici borsistici internazionali, sia in Usa che in Europa.
Le subentrate aspettative di rallentamento congiunturale atteso nel 2019 anche in Usa, la partita ancora tutta da giocare (soprattutto) tra Usa e Cina in materia di dazi, le critiche ormai non celate della presidenza Usa alla FED, focolai di instabilità che ora la Brexit, ora il difficile travaglio della manovra economica italiana hanno alimentato nelle piazze finanziarie del Vecchio Continente, sono tutti fattori che hanno conferito vulnerabilità agli indici borsistici internazionali, preparando un bilancio in rosso per il 2018, riservando al contempo diverse incognite anche per il 2019.
D’altra parte, un’alta volatilità “fuori stagione” non aiuta affatto nella stima della eventuale portata ulteriore della debolezza degli indici borsistici internazionali, con quelli americani - normalmente faro per gli altri - in preda a volatilità che non manca di ospitare anche repentini rally di recupero, tuttavia non capaci di organizzarsi nel classico rally di fine anno, ma solo in un timido "window dressing", nel caso.
Resta il fatto che il destino per il 2018 degli indici Usa ed europei sembra segnato, dall’ultimo trimestre per quelli Usa, dalla debolezza intervenuta a fine primavera per quelli europei, quando il Vecchio Continente ha gettato spugna del rialzo.
Per quanto ci concerne, la visione strategica - e dunque tendenzialmente di più ampio respiro - che approntiamo sui diversi indici borsistici passa necessariamente per la ricognizione del quadro grafico rappresentato con candele mensili, in rilevazione del Trend/segnale mensile, setacciato con i Modelli Candle Model, a definizione della cornice tecnica in cui trovano accoglienza dinamiche (qui non commentate) progressivamente più limitate, come quella tattico/settimanale e quella di calibro giornaliero degli indici medesimi.
Passiamo dunque in rassegna il solo quadro mensile degli indici Ftse Mib, Dax, Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq Composite.
FTSE MIB
L’ultimo aggiornamento della lettura operativa strategico/mensile del Ftse Mib c’è stato il 10 maggio 2018, quando la violazione in debolezza di 21100 ha rielaborato in ribassista un Trend/segnale (video-analisi del 14/8/2018: https://www.y outube.com/watch?v=j7drWDZ7BB0&list=PLea2j4q7ng3j-VUs7uP2Afmt8JRIxerQ3&index=20&t=0s , al min 2:30) che solo all’inizio di luglio 2018 – tramite una idonea configurazione grafica - aveva provato a riaprire ad una ipotesi di positività, rivelatasi poi solo temporanea.
Da agosto 2018 in poi, le osservazioni esperite ad ogni candela mensile non hanno riscontrato altra configurazione utile per riaccreditare una qualche ipotesi di positività di calibro mensile, neppure nei mesi di settembre e novembre, in cui l’indice è comunque riuscito a chiudere il mese con un marginale risultato positivo.
A meno di una capacità di chiudere il corrente mese sopra 19050, anche dicembre ometterebbe di fornire una configurazione utile al servizio di un segnale di rientro strategico/mensile sull’indice nostrano.
Indice FTSE MIB: grafico mensile, Trend/segnale in corso − fonte grafico: Visual Trader
DAX
Area 13000 è stata di baricentro nelle quotazioni dell’indice tedesco nei primi mesi del 2018. Va detto che dalla crisi dei subprime del 2008-2009 il Dax è riuscito ad implementare sequenze rialziste per lunghi tratti, mantenendo forza relativa aggiuntiva rispetto alla maggioranza degli altri indici europei, almeno sino alla metà del 2018.
Da un punto di vista tecnico, l’approccio Candle Model è dal 3 agosto 2018 (da 12615) che ha rivisitato il segno del Trend/segnale strategico/mensile del Dax, ridefinendolo dunque ribassista, da 12615. ( video-analisi del 6/8/2018: https://www.youtube.com/watch?v=rWbtNNnJ7dY&list=PLea2j4q7ng3j-VUs7uP2Afmt8JRIxerQ3&index=21&t=0s , al primo min )
La debolezza di dicembre sta costringendo l’indice tedesco sotto il quarto livello dinamico, ora in transito a 10950. Era dal luglio 2012 che tale livello dinamico restava regolarmente sorvolato dai prezzi del Dax.
Per l’osservazione di dicembre, la non violazione di 10175 con una combinata capacità di attestare la chiusura sotto 10345 costituirebbe la configurazione utile per poter rimettere in discussione il segnale ribassista in corso.
Indice DAX: grafico mensile, Trend/segnale in corso − fonte grafico: Visual Trader
Indici azionari Usa
In dicembre tutti e tre gli indici borsistici statunitensi hanno perso – secondo la nostra lettura operativa, con metodo Candle Model – il segnale rialzista strategico/mensile: lunedì 17 dicembre è toccato all’S&P 500 (a 2530 punti indice) ed al Nasdaq Composite (a 6800), mercoledì 19 dicembre è stata la volta del Dow Jones (a 23340). Il segnale di positività strategica era attivo sull’S&P 500 nientemeno che dall’inizio di marzo 2016, mentre quello del Dow Jones era stato ripristinato tale solo a maggio 2018.
Tali aggiornamenti del Trend/segnale strategico/mensile derivano dalla intercettazione dei presidi protettivi che accompagnavano le precedenti ipotesi rialziste di calibro mensile, conferendo al nuovo stato, quello attuale, carenza di configurazione grafica favorevole ad un eventuale posizionamento strategico, pur lasciando il competente spazio per possibili inserimenti di carattere tattico/settimanale o di brevissimo (attingendo alle evidenze del più dinamico quadro giornaliero), nel momento in cui si ravvisino idonee configurazioni grafiche.
Fatta salva una capacità di chiudere dicembre sopra 24100 per il Dow Jones, 2640 pe l’S&P 500, 7305 per il Nasdaq Composite, il quadro strategico degli indici Usa a questo punto è tutto da ricostruire per l’ipotesi rialzista, riallineandosi – in questo – agli indici europei che versano in una condizione di debolezza strategica dall’estate 2018.
La ricognizione trasversale del quadro strategico sugli indici europei ed americani denotano dunque una contingente assenza di indicazioni favorevoli ad un posizionamento strategico rialzista sugli stessi, lasciando al quadro tattico/settimanale il compito di raccogliere eventuali indicazioni di recupero, pure possibili - dopo i recenti cali - in presenza di idonee configurazioni grafiche.
In merito alla contingente segnaletica operativa nel quadro tattico/settimanale e giornaliero degli indici qui osservati, rimandiamo ad una prossima disamina.
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