La prudenza della Fed ha portato alcune vendite sul Dollaro Usa, senza tuttavia cambiare – per ora – il quadro generale.
Il cambio Eur/Usd è arrivato all’appuntamento del direttivo Fed in area 1,1150, dove si è adagiato dopo il deprezzamento di fine settimana scorsa.
L’apprezzamento post-Fed rimodula nel breve una indicazione moderatamente rialzista sul cambio, mandando in archivio la precedente indicazione ribassista di breve, in servizio da venerdì 16 settembre a 1,1197.
Lo stop formale (e conseguente revisione ribassista) della tenue indicazione di apprezzamento di breve affiorata nel dopo Fed è posto a 1,1120 anche se è da rimarcare che proprio area 1,1120 è di non trascurabile attrazione dei prezzi nel quadro grafico di breve del cambio, per via del minimo che a 1,1120, si presenta in maniera gemellare per le sedute del 21/9 e 31/8, e questo conferisce capacità di attrazione a tale livello. Questo può convergere − in questa fase − in una aspettativa di relativo apprezzamento, sino area 1,1250 e magari anche 1,13, ma la comparsa di fiacchezza nell’apprezzamento medesimo – o addirittura la comparsa di un Modello di debolezza − aprirebbe ad una aspettativa di ritorno in area 1,1120, dunque.
Area 1,1150/1,1220 ospita il transito praticamente di tutti i livelli dinamici più significativi nel quadro giornaliero, da cui l’importanza della dinamica che da quest’area si svilupperà.
QUADRO SUPERIORE (MENSILE E SETTIMANALE) Il quadro superiore dell’Eur/Usd persiste invece interessato da indicazioni di debolezza relativa, ancora non smantellate, annacquate tuttavia dalla pervicace componente erratica che il cambio mantiene intatta da diversi mesi, coerente, e per certi versi conseguente, alla forte direzionalità dello stesso registrata nella seconda parte del 2014 e nella prima frazione del 2015.
I parametri contingenti del quadro superiore sono i seguenti:
Indicazione di debolezza relativa nel quadro settimanale elaborata mercoledì 23 agosto, in chiusura di seduta, a 1,1304, (Modello di
StopTrend ribassista, nello specifico), corredato di stop e ripristino rialzista a 1,1430.
Tale indicazione di debolezza si innesta − sin tanto resti attiva − nell’ambito di un percorso di debolezza che riaccende la capacità attrattiva dello spazio grafico del versante ribassista del cambio posto tra 1,0710 e 1,0860, passando prima per una capacità di chiudere il primo ambito di debolezza posto in area 1,0910, nell’ambito cioè di un percorso che illumina nuovamente tutta la traiettoria di ritorno – ovvero in debolezza – rispetto al Modello di
Boomerang superiore, che più volte abbiamo richiamato nei report di primavera del 2016 come scenario evolutivo di un orizzonte temporale più allargato sia in riferimento al quadro grafico settimanale che quello giornaliero del cambio, nelle fasi in cui il Trend/segnale contingente volgesse ribassista.
Il quadro mensile, l’altra − e di più ampio respiro − componente l’architettura superiore del cambio – attraverso la prospettiva offerta dai Modelli Candle Model − rimane parzialmente ribassista, da una indicazione maturata a metà aprile, a 1,1275, con stop finale a 1,1715.
Di quest’ultima indicazione, quella mensile, sappiamo − ed abbiamo più volte commentato − come sia influenzata da una elevata componente erratica, per cui non utilissima per la visione quotidiana del cambio, ma comunque pur sempre un elemento da computare in una visione complessiva ed organica della dinamica del cambio stesso.
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Gbp/Usd Per il quadro generale di Gbp/Usd resta interessante verificare quale capacità di tenuta esprima l’area grafica sopra 1,2790 di contenere eventuali nuove pressioni ribassiste di periodo sul cambio.
Tanto nella dinamica mensile quanto in quella settimanale del cambio sono affiorate infatti configurazioni di reazione dalla pressione ribassista: prima il 16/8 a 1,3045 nel quadro settimanale, poi a 1,3290 (venerdì 2 settembre) nel più ampio quadro, quello mensile.
Per entrambi lo stop collegato a tale ipotesi è posto a 1,2785.
A puntare il quadrante opposto, quello della debolezza, vi è il contingente Trend/segnale ricavato dal quadro giornaliero del cambio, ancora moderatamente ribassista.
Usd/Yen La Banca del Giappone ha sorpreso il mercato declinando in nuova maniera il versante espansivo della sua politica monetaria, con il controllo della curva dei rendimenti.
L’impatto (nel senso dell’indebolimento) sullo Yen non c’è stato, che anzi ieri l’altro non ha mancato di sottrarre terreno al Dollaro Usa, portandosi sotto 101, rimarcando una certa difficoltà del cambio di superare le resistenze dinamiche di periodo che ora tra 101 e 102,50 si incaricano di contenere eventuali spinte rialziste del cambio medesimo.
La chiusura di venerdì 26/8 (a 101,75) ha raccolto un elemento di stabilizzazione mensile rispetto alla discesa del cambio, formalmente in uscita dall’indicazione mensile di debolezza, per una struttura generale del cross con una connotazione prospettica più bilanciata, ovvero con minore prevalenza delle istanze ribassiste, per il tempo il cui il cross risieda stabilmente sopra 98,75.
Tuttavia le traiettorie di breve sempre di minore portata che il cambio abbina ai suoi tentativi rialzisti iniziano a sbilanciare nuovamente il quadro intermedio del cambio verso il quadrante della debolezza.
Nell’osservazione contingente del quadro di breve (quadro a candele giornaliere) si è intanto aperto un tentativo di apprezzamento a metà di seduta di ieri, che tuttavia appena sotto 100,05 vedrebbe subitaneo epilogo.
Petrolio WTI Iniziando dal quadro di breve, giornaliero, la notazione direzionale contingente che troviamo è quella rialzista, rielaborata tale dalla prima mattina del 20/9, da 43,60, con stop e revisione in debolezza a 42,70 euro.
Questo tentativo di ripartenza di breve si innesta in un quadro superiore in cui convergono indicazioni antagoniste.
Il quadro più ampio, quello mensile, si mantiene al momento in indicazione rialzista, maturata per mano di un Modello rialzista mensile (
InverTrend) dal contributo della dinamica dei prezzi in uno spazio grafico di debolezza esplorato nel settembre/ottobre 2003. L’indicazione mensile rialzista è maturata a 36,14 Dollari, il 4 marzo 2016, con stop a 26 $, minimo di febbraio 2016.
Venerdì 10 giugno, a 48,93 Dollari, è intanto comparso un Modello di debolezza settimanale (
InverTrend ribassista) che ha affiancato la fase plurisettimanale di arretramento parziale e consolidamento vista sostanzialmente sino ad oggi, sempre in riferimento al quadro settimanale.
Alla chiusura di venerdì 9 settembre, quando era a portata di mano un ripristino di indicazione rialzista di calibro settimanale, con la sola capacità di mantenere una parte degli apprezzamenti visti in settimana, il Wti ha mancato la chiusura di settimana sopra 46,40 che avrebbe portato nuova linfa rialzista.
L’andamento alterno prodotto dal WTI da metà giugno in poi risponde ad una struttura interlocutoria di periodo, alimentata dalle indicazioni che, antagoniste, affiorano a livello mensile e settimanale.
Lo scenario rialzista del WTI risulta interessante una volta risulti completata l’attuale fase in corso di consolidamento settimanale, in quanto nell’area grafica tra i 59 e 62 Dollari è accampato un target di ritorno rialzista (da un Modello di Boomerang inferiore) elaborato nell’estate 2015, quando tale area grafica è stata lavorata, e che torna nel mirino della prospettiva settimanale in presenza di un Trend/segnale settimanale rialzista.
ORO In chiusura di seduta di martedì 20 settembre, a 1314 Dollari, è arrivato un tentativo di ripartenza al rialzo nel quadro grafico settimanale dell’Oro, da proteggere a 1302 Dollari. Tale notazione, di calibro intermedio/tattico, è ancora valida.
Per quanto riguarda il quadro mensile, esso prosegue rilevato in FLAT – neutrale − sin tanto resti sotto 1392 Dollari: sopra vi sarebbe un rinnovo di indicazione rialzista di più ampio respiro.
Scenario assente di indicazioni direzionali recenti quello di breve (ricavato dal grafico a candele giornaliere).