Per un trader decidere QUANDO entrare, COME entrare e con QUANTO entrare è affare non da poco. Anzi, è il nocciolo della sua operatività.
Si tratta di 3 variabili capaci, a parità di strategia, di condizionare e modificare brutalmente il risultato operativo.
Infatti una buona intuizione sul movimento in atto può produrre scarsi risultati se si entra troppo tardi, su strumenti che necessitano di un timing perfetto (come le opzioni o i covered warrant ad esempio) o con quantità del sottostante capaci di sbilanciare ogni prudente gestione del rischio.
Lo si capisce sono con l’esperienza che il trucco ultimo è saper perdere, voler perdere e poter perdere. Perché voler guadagnare è cosa scontata, saperlo fare un po' meno e poter guadagnare attiene alla tecnica quanto alla strategia.
Nell’ultimo numero di questa rubrica, con l’indice FTSE MIB a quota 20.000, ho parlato di REVERSE BONUS CAP dedicando il numero intero a questi strumenti, il calo delle quotazioni sotto quota 19.000 ha permesso dei trade interessanti.
Ora, pur mantenendo una view positiva di medio periodo per il nostro indice, non posso non notare come il baratro che si trova sotto quota 18.700 sia degno di attenzione e potenzialmente apra a un test di area 17.600.
Il dilemma è quindi servito.
Positivo di medio periodo, in fase di storno ma non profondo abbastanza per caricare le posizioni. E con un mercato che sta rimbalzando proprio sul baratro riprendendo quota 19.000. Qui la differenza di rendimento la farà, più che il mercato nel suo complesso, l’attenta scelta del sottostante.
Archiviata dunque la scadenza di settembre, per il mondo dei certificati si staglia all’orizzonte la scadenza di dicembre.
Un rischio non da poco ma che credo valga la pena di correre con il sottostante giusto, con lo strumento giusto e con la quantità adeguata al proprio profilo di rischio. Il rischio e la sua gestione sono fondamentali, e non solo nel trading.
Lasciate, prima di passare al titolo adatto alla fase attuale, che vi riporti una storia di fieno e mucche, sapientemente raccontata da Erik Parker nel suo profilo facebook e che trovo meritevole di lettura.
Se guardiamo alla storia ed al mondo degli investimenti, possiamo notare quanto il rischio e la sua gestione siano temi trasversali.
Nel medioevo, i norreni della Groenlandia si trovavano a decidere quante mucche dovessero abbattere in autunno. Ad essi era nota la quantità di fieno accumulato durante l'estate e la durata di ogni singolo inverno (dunque la quantità di fieno necessaria a nutrire le mucche durante l'inverno) dei decenni precedenti; al contrario, non conoscevano la lunghezza dell'inverno che stava per arrivare. Finito l'inverno, l'eventuale rimanenza di fieno non utilizzato segnalava che fossero state uccise un numero non necessario di mucche che avrebbero potuto essere alimentate durante l'inverno al fine di garantire una maggiore produzione di latte, formaggio e carne da utilizzare l'anno seguente.
Al contrario, se nel corso dell'inverno il fieno si fosse rilevato insufficiente, in primavera avrebbero avuto meno mucche di quelle che avrebbero avuto se ne avessero abbattuto un numero maggiore in autunno.
Per circa 376 anni, i norreni condussero le loro decisioni risk- sensitive in modo corretto. Tuttavia, intorno al 1360 ci furono una serie di inverni molto freddi e lunghi e la loro scommessa sulla quantità di fieno da accumulare nonché sulle mucche da abbattere in autunno si rivelò errata tanto che tutte le loro mucche morirono in un unico inverno a causa della carenza di fieno e con esse morirono per la carestia i norreni della Groenlandia dell'Ovest.
I money managers sono costantemente chiamati a decidere su quanto fieno utilizzare ed a quali mucche somministrarlo.
Tuttavia, a differenza di quanto accaduto ai norreni, un loro errore non pregiudica la loro sopravvivenza.
Questa storia è perfetta per comprendere l’esatto spirito che dovrebbe possedere chi desidera costruire un proprio portafoglio finanziario.
Per un trader la sopravvivenza finanziaria deve occupare un posto di primo piano in ogni protocollo operativo, al punto da portare l’osservazione privilegiata dal guadagno atteso alla perdita attesa. Che, nel caso dei certificati d’investimento, passa per la size del singolo prodotto e per la composizione del portafoglio.
Dopo aver quindi illustrato i migliori REVERSE BONUS CAP che, purtroppo per chi è stato pavido, ora costano di più e rendono di meno, passo ad analizzare un titolo che merita attenzione e che ha dei prodotti collegati davvero interessanti: ENI.
Senza troppo clamore ENI si è riportato, complice l’andamento del petrolio, quasi sui minimi di marzo 2020, nel momento in cui scrivo questo pezzo è a 6,81.
Il titolo è tecnicamente interessante perché ha un minimo a 6,26 a metà marzo, un supporto visibilissimo e importante distante circa il 10% dalle quotazioni attuali.
Siamo a fine settembre, un prodotto con scadenza a fine anno potrebbe presentare profili di rischio/rendimento interessanti.
Passo subito ai BONUS CAP.
Qui ce ne sono 2 con differenti caratteristiche.
- Il primo, DE000HV4EBH2, scade il 18/12/20 e si compera a 95,37. Bonus a 110 con rendimento potenziale del 15,69, annualizzato è un clamoroso 71,6%. La barriera è sotto il minimo di marzo 2020, precisamente a 5,9036, pari a un 13,36% di distanza.
Non è male come prodotto, anche per un trading veloce dato che il prezzo del certificato sarà molto sensibile sia alle variazioni negative del sottostante che al trascorrere del tempo.
- Il secondo, DE000HV4ECV1, scade il 17/12/21 e si compera a 88,19. Bonus a 118 con rendimento potenziale del 34,17% pari a un 28,09% annualizzato dato che la scadenza è maggiore di 1 anno. La barriera è, in questo caso, più profonda, pari a 5,4821 per un 19,52% di distanza.
Entrambi sono prodotti interessanti e aggressivi, difficile scegliere il migliore visto che il diverso tempo di vita residua rende poco confrontabile la scelta.
Salvo clamorosi e inattesi affondi del titolo sotto il suo supporto chiave (che comunque non è il supporto del prodotto) entrambi si candidano a una hit list aggressiva.
Per quanto riguarda i più prudenti TOP BONUS, che ricordo hanno la barriera attiva solo a scadenza, segnalo i 2 prodotti corrispondenti ai criteri dei BONUS CAP appena visti.
- Il primo, DE000HV4EF19, scade il 18/12/20 e si compera a 98,5. Bonus a 106 con rendimento potenziale del 7,91% pari a un 36,09% annualizzato. La barriera è posta a 5,9038, pari a un 13,39% di distanza dai prezzi attuali.
- Il secondo, DE000HV4CQV5, scade il 17/12/21 e si compera a 99,45. Bonus a 112,5 per un rendimento potenziale del 13,35%, pari a un 11% annuo. La barriera è posta a 5,1009 pari a un 25% di distanza.
Tra i 2 prodotti preferisco senza dubbio quello a scadenza maggiore, capace di beneficiare della protezione della barriera a scadenza assorbendo un eventuale storno anche importante. Prodotto che è disponibile anche con una barriera a 5,4821 (19,66%), con bonus a 110 e scadenza sempre al 17/12/21. Si può comperare a 91,91 con un rendimento atteso del 20,01% pari a un 16,6% annuo.
Il codice ISIN è DE000HV4EFF7, più aggressivo e con un rendimento reso più interessante dalla barriera ridotta rispetto a DE000HV4CQV5.
La scelta del prodotto ideale è sempre questione che attiene al singolo. Troppa prudenza sacrifica i rendimenti, poca prudenza espone a perdite difficilmente controllabili. E’ sempre il solito dilemma, quanto fieno va conservato per le mucche? Troppa prudenza è spesso capace di creare gli stessi danni di averne poca.
Ecco perché Eni merita di essere in una HIT list, perché è la perfetta sintesi tra un ragionevole rischio atteso e le possibilità di ripresa del titolo. Che, tecnicamente, si trova su un punto molto interessante.
VARIE
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